1 set 2023

246P e 156 - chassis 0008

 

FErRARI 246P e 156F2 - chassis 0008

 La prima Ferrari F1 a motore posteriore

La mia ricerca di monoposto Ferrari stravaganti ed ingegnose ebbe inizio dalla consultazione della collana “Il Mito Ferrari” del 1995. Si tratta di una collana divulgativa con uscite numerate che raccontava con approfondimenti i modelli di auto che si sono susseguiti dal 1950 ad allora non solo di F1 ma anche auto stradali e da competizione. In un fascicolo veniva trattata la prima monoposto Ferrari con motore posteriore, la 246P e nei successivi fascicoli la sua evoluzione con la configurazione aerodinamica più nota detta “a naso di squalo”. Ne sono seguite ricerche sul modello, anche di cambiamenti della veste aerodinamica. Il primo post da cui vorrei partire è proprio da questo modello.

Era il 1959 quando la Cooper esordì nel mondiale di F1 con una monoposto a motore posteriore. Al di là delle note diffidenze, di Enzo Ferrari su tutti, la stessa Ferrari nella primavera dell’anno successivo sperimentò la sua prima monoposto con motore al posteriore. Infatti, nel 1960, nella flotta Ferrari erano presenti sei 256F1 con motore anteriore (chassis 0001, 0003, 0004, 0005, 0006 e 0007). A queste si aggiunse una nuova monoposto (246P) con un nuovo telaio denominato 0008, in successione numerica a quelli già realizzati e la cui numerazione era partita, con nuovo progetto, nel 1958.

Dapprima fece un timido esordio un prototipo all’aerodromo di Modena sotto gli occhi attenti del Commendatore per poi partecipare ufficialmente alla prima gara in F1 al GP di Monaco del 1960 e apparire un’ultima volta in quella configurazione aerodinamica nel GP successivo di Olanda.

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[Anonimo - Ferrari.com]

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[Anonimo - pubblicata su Ferrari di H. Tanner and D. Nye]

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[Anonimo]

1 - 4. Aprile 1960 - Dino 246 P – Test Modena chassis 0008, prima senza vernice e poi con la verniciatura rosso Ferrari 

Nel GP di Monaco la presa d'aria per il motore subì qualche modifica: apparve un airscope per facilitare l'aspirazione dei tromboncini e un taglio nella carrozzeria maggiormente inclinato. 

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5. Maggio 1960 - Dino 246 P – GP Monaco #34 chassis 0008 [Anonimo - pubblicata su MotorSport magazine n.7 1960]

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6. Maggio 1960 - Dino 246 P – GP Monaco #34 chassis 0008 [Anonimo]

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7. Maggio 1960 - Dino 246 P – GP Olanda T-car chassis 0008 [Anonimo]

Dopo questa prima esperienza poco entusiasmante, la Ferrari iniziò a sperimentare carrozzerie a forma pseudo-cilindrica e con essa la sperimentazione aerodinamica finalizzata solo all’ottenimento della migliore penetrazione. Nel luglio dello stesso anno lo chassis 0008 cambiò forme con profilo più filante, pulito e snello e partecipò al GP Solitude di F2 con cilindrata 1500cc, la cui macchina era denominata ovviamente 156 F2.

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8. Luglio 1960 - Dino 156 F2 – GP Solitude #7 chassis 0008 [Anonimo - pubblicata su Dino - The little Ferrari di D. Nye]

A settembre fece il suo esordio in F1 al Gp di Italia. La carrozzeria subì una lieve modifica davanti alle ruote posteriori che feritoie più alte e prese d'aria per i freni posteriori.

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9. Settembre 1960- Dino 156 F2 – GP Italia #22 chassis 0008


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10. Ottobre 1960 - Dino 156 F2 – GP Modena #24 chassis 0008 [Anonimo]

Nell’anno successivo, il 1961, la Ferrari introdusse forme innovative sia in F1 con la 156 F1 detta “Sharknose”, che sui modelli stradali. Il nuovo vestito a squalo venne dapprima costruito sempre sullo chassis 0008 per poi essere nuovamente realizzato sui nuovi telai 1961 in forme leggermente riviste e posizione guida più arretrata.

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11-12. Marzo 1961 - 156 F1 – test Modena 65° chassis 0008 [Anonimo]

In uno scatto effettuato nella fabbrica a Maranello da Motor Sport Magazine è possibile osservare lo chassis 0008 in catena di montaggio, insieme ad altre vetture in corso di allestimento.



Marzo 1961 - 156 F1 – Fabbrica Ferrari 65° chassis 0008 [Motor Sport Magazine]

La sua prima apparizione sullo chassis 0008 è registrata a Modena, sull’aerodromo, nel marzo ’61. Definite le forme, i test iniziali si soffermarono sulla presa di aspirazione del motore posto dietro al pilota.

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13-14. Marzo 1961 - 156 F1 – test Modena 65° chassis 0008 con airscope [Jorg - Thomas Fodisch]

Nel mese successivo fece il suo esordio nelle competizioni al Gp di Siracusa.


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15-16. Aprile 1961 - 156 F1 – 65° GP Siracusa #32 chassis 0008

Si consideri che nello stesso periodo faceva i suoi primi giri di pista a Modena la neonata 156 F1 con motore a 120° chassis 0001, su cui si concentrarono tutti gli sforzi e gli sviluppi. Questa nuova vettura manteneva i lineamenti "a squalo" ma, dopo una cura dimagrante, è evidente la sua linea più snella e affusolata con posizione più arretrata del pilota, seguendo i canoni di allora di riduzione della sezione frontale. 


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17. Aprile 1961 - 156 F1 - 120° Test Modena chassis 0001 [Phil Hill Archivio]

Lo chassis 0008 venne quindi messo da parte e utilizzato non più per gli sviluppi ma affidato alle squadre non ufficiali in Francia e Inghilterra e come T-car a Monza.


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18. Settembre 1961 - 156 F1 – 65° GP Italia T-car chassis 0008 [Gunter Molter - pubblicata su Ferrari 156 Sharknose di Ed McDonough]

Per quasi un anno non fu più utilizzato, fino al luglio 1962, quando, conclusi gli sviluppi sulla sorella minore, venne impiegata come test car con una carrozzeria rivista e motore ultima configurazione a 120° per poter debuttare al Nurburgring. I pannelli laterali furono rimossi per favorire il raffreddamento e alleggerire il peso complessivo. Il naso a squalo venne sostituito da un muso tradizionale in stile Lotus e Cooper, e le prese d’aria del motore vennero divise e parzializzate.


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19. Luglio 1962 - 156 F1 – Test Modena chassis 0008 [Anonimo]

Nel corso di ulteriori test a Modena, la cosiddetta "Nurburgring experimental F1" fu ulteriormente aggiornata. Di fatto, scese in pista nei test privati una vettura completamente nuova. I serbatoi laterali furono rivisti  per dare una linea più affusolata, il sedile fu inclinato maggiormente, di chiara ispirazione di scuola inglese, con l'aggiunta del roll-bar. Anche il telaio era completamente rivisto con un disegno dei tubi diverso, soprattutto al retrotreno per poter alloggiare il motore a 120°. Furono infine riviste le sospensioni e i tubi di scarico più corti.

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20. Luglio 1962 - 156 F1 – Test Modena nuovo chassis 0008 [Pubblicata su Ferrari di Tanner & Nye]

A questa configurazione, opportunamente verniciata, che scese in pista al GP di Germania nell'agosto successivo, si aggiunsero le prese d'aria per i freni posteriori poste dietro ai cupolotti chiusi dei tromboncini di aspirazione.


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21. Agosto 1962 - 156 F1 – GP Germania #4 chassis 0008 [Jim Gleave - pubblicata su Ferrari 156 Sharknose di Ed McDonough]

La sua ultima apparizione nelle competizioni ufficiali fu al GP di Italia con prese d’aria del motore ulteriormente riviste con un taglio orizzontale, lasciando intravedere i tromboncini di aspirazione e fori laterali per facilitare l’immissione dell’aria ad alte velocità.



22. Settembre 1962 - 156 F1 – Gp Italia #8 chassis 0008






Un giorno io non ci sarò più. Spero che le rosse vetture che portano il mio nome continueranno ad esserci anche dopo di me ed a farsi onore su tutti i circuiti del mondo.
Enzo Ferrari

 




Credits:
  • Ferrari 156 Sharknose di Ed McDonough
  • Dino - The little Ferrari di D. Nye
  • MotorSport magazine
  • Ferrari di H. Tanner and D. Nye

 


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